Il mercato dell'auto elettrica visto dal mondo delle assicurazioni

L’auto elettrica sta diventando realtà grazie agli importanti investimenti fatti dalle case costruttrici nella progettazione di nuovi telai capaci di ospitare i pacchi batteria senza mutare il design e l’abitabilità della stessa auto con motore termico.

Oggi si potrebbe pensare che le assicurazioni per l’auto a motore elettrico abbiano un costo inferiore a quelle per auto a motore termico, per questi motivi:

unoil cliente assicurato è più maturo (fascia di età 40-60 anni) e caratterizzato da un comportamento più virtuoso rispetto a altre fasce di età;

duela guida sportiva al volante di un'auto elettrica diventa dispendiosa in termini di autonomia delle batterie;

l'assenza del carburante viene visto dalle assicurazioni come una minor esposizione ai rischi, anche se alcuni componenti delle batterie in condizioni particolari possono dar vita ad incendi anche difficili da domare. Un rischio considerato evidentemente remoto.

quattrol'autonomia in termini di chilometri che si possono percorrere gioca dal punto di vista assicurativo un ruolo fondamentale nelle tariffe dedicate a questo segmento di auto.

Con la minore possibilità di circolare diminuiscono gli incidenti e in quest'ottica, l’autonomia relativamente limitata delle elettriche e i tempi di ricarica lunghi fanno spuntare prezzi per l'assicurazione inferiori. Le auto a batteria hanno percorrenze annue stimate inferiori a quelle delle loro cugine tradizionali e sono ancora poco adatte ai viaggi lunghi o all'impiego extraurbano.

Tuttavia il minor premio assicurativo non sempre pare essere correlato ad una minore rischiosità perché:

unol'autonomia limitata influenza la percorrenza che avviene prevalentemente in città. Dunque meno km e quasi tutti in città, dove sono più frequenti i piccoli tamponamenti, ma raramente hanno esiti catastrofici. Ad oggi in media un'auto elettrica percorre al massimo 400 km con una ricarica, questo limita ovviamente gli spostamenti a lungo raggio, tutto ciò si traduce in un rischio minore e un premio assicurativo più basso.

duemaggiori accelerazioni. Da un’analisi dati effettuata in Norvegia, il Paese Europeo con il più alto numero di auto elettriche, che ha iniziato a incentivare la mobilità elettrica molto prima che in Italia e oggi vanta un parco circolante di oltre 200.000 tra ibride ed elettriche (6% del totale, quando in Italia siamo ancora a meno dell'1%) e quote di mercato ormai superiori al 50%, vengono riscontrati alcuni dati interessanti. Le auto elettriche sono coinvolte in incidenti il 20% in più rispetto ai modelli diesel o benzina, a causa della loro capacità di accelerare da fermo molto più rapidamente. Tra veicoli elettrici con differenti classi, le piccole auto elettriche nella categoria microclasse / veicoli di piccole dimensioni generano circa il 10% in meno di sinistri rispetto alle auto a motore convenzionali della stessa classe di veicoli, mentre la frequenza dei sinistri per modelli più grandi e potenti per esempio la categoria auto / SUV è superiore di circa il 40%. Uno dei motivi di questa sinistrosità è da cercare secondo gli studiosi nell'accelerazione delle auto elettriche.

Gli studi di Generali Italia sul mercato auto elettrica

Da prime analisi del nostro portafoglio abbiamo riscontrato che la frequenza di incidenti delle auto elettriche segna un incremento di circa un punto percentuale superiore rispetto ai veicoli a combustione. Dato che sale a circa il 15% se analizziamo solo le vetture del brand TESLA. Sempre in tema di accelerazioni Generali jeniot, utilizzando una vettura elettrica (BMW I3) strumentata con accelerometri professionali, ha svolto test di accelerazione per l’analisi dello stile di guida. Come era prevedibile, la curva accelerometrica sale vertiginosamente allo scatto e rimane costante sul filo dei 0,4g per più di 4 secondi, a differenza delle vetture con motore termico che solitamente riescono a mantenere tali accelerazioni per molto meno tempo.

Uno studio molto interessante, effettuato in collaborazione con la struttura di Advanced Analytics, ha preso in considerazione il parco circolante di una società di car sharing operante in Italia, con veicoli dotati di dispositivo satellitare. Sono stati comparati gli stili di guida tra utenti che hanno utilizzato una vettura elettrica e utenti alla guida delle auto più performanti della flotta a motore termico. I soggetti utilizzati per la base dati sono utenti che hanno fatto almeno 10 viaggi totali (di cui almeno 2 su elettrico) e, mediamente è stato riscontrato un comportamento più rischioso alla guida delle vetture elettriche. In particolare considerando l’analisi dello stile di guida, misurati come numero delle accelerazioni e decelerazioni sopra una predeterminata soglia ogni 1000 km, i risultati per gli utenti elettrici peggiorano sensibilmente (+107%) e tale differenza si acuisce maggiormente in condizioni di poco traffico (+130%) quali sabato mattina o domenica.

I costi di riparazione

Un'ulteriore tematica che ha un peso nel valutare la rischiosità del portafoglio elettrico è rappresentata dai costi di riparazione e di messa in sicurezza. La messa in sicurezza è una procedura prestabilita e differente per casa costruttrice e modello auto che permette all’operatore di togliere la corrente ad alta tensione nell’auto per evitare rischi di folgorazione o incendio ed operare in sicurezza sull’auto. Il tempo di messa in sicurezza dell’auto elettrica è di circa 30-40 minuti, tempo che si traduce in un costo ulteriore aggiunto nella fattura del carrozziere. Inoltre per evitare incendi del pacco batterie a seguito di incidenti, alcuni produttori (es Bosch) hanno creato micro cariche esplosive che si attivano allo scoppio degli airbag. Questi sensori pirotecnici escludono le correnti ad alta tensione facendo saltare le connessioni con il pacco batterie e così evitano il rischio incendio. Tale sistema è già in uso sui veicoli elettrici del Gruppo Mercedes-Smart e le procedure ufficiali della casa costruttrice obbligano alla sostituzione del pacco batterie (Smart EQ il costo di aggira sui 9.000 euro) quando a seguito di un incidente esplodono gli airbag, in quanto i sensori pirotecnici potrebbero danneggiare il pacco batterie o le varie connessioni.

riparazione auto

Quanto sopra descritto genera un impatto sul mondo assicurativo notevole, facendo lievitare i costi esponenzialmente. Per rimanere in tema di costi da riparazione, nella parte anteriore delle vetture elettriche esattamente nei paraurti vengono installati non solo di sistemi di sicurezza attiva, ma anche gli A.V.A.S. è l’acronimo di “Acustic Vehicle Alert System”, sistema acustico di segnalazione di veicolo. Si tratta di un segnale emesso dalle automobili ibride ed elettriche per compensare gli effetti negativi della loro silenziosità emettendo un suono per permettere ai pedoni di poter sentire l’auto elettrica o ibrida in arrivo in fase di bassa velocità, soprattutto nei centri urbani. Il costo degli AVAS non è banale si toccano cifre vicine ai 400 euro. Considerando che uno degli incidenti più comuni è il tamponamento e quindi le parti che si andranno a danneggiare per prime saranno i paraurti, è bene sapere che in futuro un banale tamponamento potrebbe costare cifre anche superiori ai 3.000 euro considerando la presenza anche dei sistemi ADAS installati sempre in posizione frontale nel paraurti o mascherina.

Materiali di costruzione dei telai delle auto elettriche

Per massimizzare l’autonomia delle batterie, le auto elettriche devono essere leggere, anche perché il pacco batteria in se ha già un notevole impatto sulla massa della vettura. Per queste ragioni le vetture elettriche vengono costruite con materiali leggeri come l’alluminio e il carbonio, cercando sempre di limitare il peso. Questi materiali sicuramente più performanti portano a delle difficoltà tecniche di riparazione. Ad esempio un auto con un danno alla portiera (acciaio) di entità medio può essere tranquillamente riparato, mentre lo stesso tipo di danno su lamierato in alluminio deve essere sostituito. Il tutto perché l’alluminio è un lega che come caratteristica vanta la leggerezza, ma per contro è molto debole e tende a piegarsi molto facilmente. Inoltre per raggiungere le stesse caratteristiche dell’acciaio in termini di resistenza dovrebbe essere molto più spesso, riducendo così la differenza del peso tra i due materiali ed il vantaggio dinamico della vettura. Tutto ciò comporta un aumento dei costi, poiché a fronte di una riparazione del componente si deve optare alla sua sostituzione. Molto più complessa la riparabilità sul carbonio, solo poche aziende al mondo hanno le conoscenze ed i macchinari per farlo.

Già a partire dalla produzione di questi componenti, vengono impiegate tante ore di manodopera da parte di operatori specializzati per la lavorazione del singolo componente e strati di fibre di carbonio inseriti in appositi stampi. Successivamente vengono levigati a mano fino ad arrivare alla forma ottimale e messi in appositi forni pressurizzati. Il risultato dà alla luce materiali altamente resistenti e leggerissimi, ma non ancora pronti da immettere nel mercato, infatti i componenti subiscono un ulteriore lavorazione per finalizzare la forma corretta ed applicare l’ultimo strato di vernice trasparente che rende ben visibile la trama della fibra di carbonio. Tutte queste operazioni soprattutto quelle di levigazione delle fibre di carbonio vanno effettuate per la sicurezza dei lavoratori sempre muniti di guanti e mascherine poiché le polveri di carbonio sono nocive. Il carbonio è largamente utilizzato da molti anni nel mondo del motorsport e sta diventando di uso comune per i veicoli dal carattere sportivo e per i veicoli elettrici.

In caso di urto, emergono difficoltà nella riparazione del componente in carbonio. Essendo un materiale altamente rigido tende a non piegarsi e ad arrivare direttamente al punto di rottura a seguito di uno stress. Esiste un problema ed è invisibile: le microfratture. Se a seguito d’impatto il componente sembra perfettamente integro all'esame visivo, potrebbero esserci microfratture visibili solo con un’apposita macchina a raggi UV. Tutti questi passaggi si tramutano in ulteriori costi anche perché nella maggior parte dei casi bisogna optare alla sostituzione.

Conclusioni

In conclusione il fenomeno delle auto elettriche è in costante diffusione, ma ancora non rappresenta una quota rappresentativa del parco circolante. Per quanto riguarda l’impatto assicurativo, al momento pare che i principali player del settore abbiano lo stesso approccio con offerte dedicate e sconti commerciali, sebbene dal punto di vista tecnico sia ancora presto per valutare l’effetto combinato di fenomeni virtuosi come la riduzione delle percorrenze, l’auto selezione della clientela e dall'altro lato fenomeni avversi quali le maggiori accelerazioni che portano a parità di condizioni a maggiore frequenza di sinistri, maggiori costi e tempi di riparazione più elevati.