Le parole dell’iot: geolocalizzazione e servizi digitali

I nuovi servizi digitali connessi sono popolati di termini il cui senso è essenziale per poterne comprendere appieno il valore e l’utilità e per capire se e come possono migliorare le nostre vite personali e professionali.

Cos’è l’IoT?

Cominciamo da uno dei concetti alla base dei nuovi servizi digitali, il cosiddetto Internet of Things, “Internet delle cose”. Nel senso più ampio si potrebbe dire che l’Internet of Things è l’area cui afferiscono tutti gli oggetti connessi a internet: lavatrici a comando remoto, collari per animali domestici, fitness smartwatch, sensori per l'analisi dell'aria e molto altro. La vera rivoluzione in questo ambito oggi è però costituita dagli oggetti che non solo sono connessi alla rete, ma che creano a loro volta reti tra di loro, come accade per i sistemi wireless di antifurto. 

l’Internet delle cose ha cambiato radicalmente il modo con cui vengono immaginati e progettati gli oggetti all’interno delle nostre case, ma anche relativi alla mobilità, agli spazi urbani, etc. La possibilità di creare network funzionali tra le cose o il comando remoto hanno aperto scenari inediti e moltiplicato le funzioni di ciò che ci circonda in un’ottica di personalizzazione, risparmio, sicurezza, impatto energetico e utilità.

Gli oggetti connessi hanno anche un’altra fondamentale caratteristica: non solo ricevono comandi o possono interagire tra loro in modo indipendente ma sono anche “parlanti”, ovvero in grado di restituire dati utili in moltissimi modi. Un oggetto dotato di un sensore interno connesso alla rete è un oggetto di cui si può conoscere la posizione, lo stato e il contesto; basti pensare, ad esempio, a quello che accade all’interno delle automobili dotate di impianti smart  o a tutto il mondo della tele medicina. 

 

Geolocalizzazione

Una delle cose fondamentali che un oggetto smart può fare è comunicare la sua posizione nello spazio. La possibilità di trovare un oggetto e tracciarne movimento e stato, è uno dei punti fondamentali dei nuovi servizi digitali. La geolocazizzazione è uno strumento che interessa sia oggetti piccolissimi, come i microchip contenuti negli smartphone, sia oggetti giganteschi, come  i satelliti che ruotano intorno al nostro pianeta. 
La geolocalizzazione è il concetto cardine alla base dei nuovi servizi di mobilità condivisa all’interno delle nostre città, per quanto riguarda automobili, biciclette o monopattini elettrici. Infatti, poter monitorare la posizione dei veicoli rappresenta l’essenza stessa del servizio, sia per chi lo eroga, sia per chi ne fruisce, Per intenderci, il car sharing non potrebbe esistere senza la possibilità di geolocalizzare i veicoli.

Scatola nera

La sicurezza è uno degli obiettivi propulsori della ricerca intorno all’IoT, soprattutto quando applicata alla mobilità. La scatola nera, o black box, è un dispositivo che viene collocato all’interno di un veicolo per registrarne i dati di movimento, localizzazione, accelerazione, decelerazione e molto altro. Si tratta di uno strumento incredibilmente resistente e progettato per resistere a qualsiasi tipo di urto e di temperatura. Il suo scopo principale è quello di poter chiarire la sequenza fisica degli eventi che hanno portato a un sinistro, in modo da definirne la dinamica e accertarne le responsabilità. La scatola nera assume un ruolo di tutela fondamentale, specie in caso di controversia legale.

Stile di guida

Analizzare lo stile di guida di un automobilista è un modo molto efficace per produrre azioni di contenimento dei costi e nuove scelte di acquisto. Questo è possibile grazie ad alcune implementazioni digitali all’interno delle automobili moderne in grado di rilevare e trasferire informazioni sulla media tragitti, sui consumi, sul vero e proprio stile di guida. Si tratta di una miniera preziosissima di dati specie per chi deve gestire flotte aziendali o sistemi di car sharing. Ma come fare a conoscere questi dati? Vi rimandiamo a un articolo di approfondimento sullo stile di guida.

E-call e B-call

In entrambi i casi si tratta di chiamate di emergenza in caso di incidente, una vera e propria garanzia di sicurezza per gli automobilisti. Nel caso delle E-call la chiamata avviene automaticamente quando un dispositivo connesso rileva una brusca decelerazione compatibile con lo scenario di un incidente. Nel caso delle b-call (breve per “breakdown call” “chiamata di guasto”) invece la chiamata avviene per iniziativa del conducente che rileva un guasto o una situazione di necessità. Ne abbiamo parlato in dettaglio in questo articolo sulla sicurezza al volante